C'è un collegamento tra fake news e integrazione? Cinque storie, un fucile, la festa del patrono e una piccola comunità con la sua quotidianità vengono stravolti da un outsider, una giornalista senza scrupoli proveniente dalla grande città...
Arriva nelle sale "La Guerra a Cuba", il film girato questa primavera a Valsamoggia: anteprima a Bazzano, al Cinemax, lunedì 28 ottobre.
Date successive: 14 novembre a Castello di Serravalle (sala polivalente), 18/11 a Crespellano a Palazzo Garagnani, 22/11 a Monteveglio (Sala Sognoveglio) e 24/11 a Savigno (teatro Frabboni). Tutte le serate iniziano alle 20.30 (salvo Savigno, 17.30) con una breve presentazione del regista.
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Il film è nato nell'ambito di Tra la Via Emilia e il Sud: un progetto per parlare di integrazione e mescolanza sociale, culturale e di genere, promosso da Cefa- Il seme della solidarietà- Onlus, Overseas onlus, Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo
Il progetto è durato 18 mesi e ha coinvolto centinaia di giovani tra i 18 e i 26 anni e decine di famiglie attraverso laboratori di scrittura cinematografica e di fotografia, con lo scopo di sensibilizzare la popolazione alla mescolanza e alla tolleranza per creare una società migliore e aperta all’integrazione. Proprio all’interno dei corsi di sceneggiatura, cui hanno partecipato diversi ragazzi africani richiedenti asilo politico, sono nate idee e racconti che hanno contribuito ad arricchire la sceneggiatura scritta da Mario Mucciarelli e Renato Giugliano, che ha anche firmato la regia del film. Alla lavorazione hanno partecipato molti dei corsisti, centinaia di cittadini si sono messi in gioco come comparse e uno dei ragazzi richiedenti asilo, i l gambiano Ousman Jamanka, si è cimentato per la prima volta nella recitazione, affiancando come coprotagonista attori affermati che hanno voluto dare il loro contributo ad un film che hanno considerato “necessario” in questo momento socio-politico.
Ispirato ai grandi capolavori di Altman (Nashville, America Oggi), LA GUERRA A CUBA è infatti un film corale che vuole raccontare la società̀ attuale così com’è, cercando di mostrare il bene e il male delle persone, e di non esprimere giudizi né dimostrare tesi preconcette. Non è quindi solo un film sulla mescolanza, intesa nella sua più̀ ampia accezione e che può̀ comprendere tutte le forme di diversità̀, etnica, di genere, di culto ecc: è anche e soprattutto un film che parla del presente e che vuole raccontare i fenomeni del presente utilizzando la provincia come osservatorio privilegiato. Racconta una società̀che si èsgretolata – nei grandi come nei piccoli centri - e i cui cittadini, confusi e smarriti, fin iscono spesso per essere vittime dei condizionamenti esterni. Come, ad esempio, quello esercitato dai media. Il titolo del film è infatti un omaggio, discreto ma significativo, ad Orson Welles e a quel quarto potere da lui ipotizzato e descritto quasi sessant’anni fa, che oggi, nella sua versione 2.0, domina l’opinione pubblica.
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